venerdì 12 novembre 2010

Sul tempo#3/Eliade e il perder tempo

«Raramente puoi vivere in maniera più sorprendente, più fertile, che nei momenti in cui perdi il tempo. In effetti, soltanto in tal caso puoi sentire veramente; negli altri casi ascolti solo per fare una replica o per completare un’informazione. […] Questa felice perdita di tempo è una completa apertura, un completo svuotamento» (in Oceanografie, cit. in I. P. Coulianu, Mircea Eliade, Assisi, Cittadella Ed., 1978).
Un tempo vuoto, ogni tanto, ha il valore di un fare il bucato per la mente (per usare un'espressione del mio Maestro Ichishima) e questo va bene, ma poi? E voi?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

«Ciò che fa la peculiarità del vivente è la ritmicità - le piante, gli animali, dai batteri ai funghi, dai vermi alle ragazzine in erba - tutti i viventi hanno in comune le pulsazioni dell'esistenza, che non è un fiume lungo e placido, ma un oceano con le sue maree regolarmente ritornanti. Solo la materia inerte non pulsa. Passare dall'azione al riposo, dall'entusiasmo alla fantasticheria, dall'euforia alla meditazione: tutte espressioni del grande ritmo vitale.
Non si inventa senza aver prima riflettuto, ed è questa riflessione che sempre più manca al nostro mondo, sempre più abbrutito dal pane (dei sussidi) e dai giochi (televisivi).»

Tratto da "Annoiarsi, che felicità"
di Patrick Lemoine
Baldini Castoldi Dalai editore, 2008.

un caro
saluto

Rattus

Anonimo ha detto...

Tempo Vuoto è di gran lunga preferibile a Tempo Perso.Nel Tempo perso a differenza del Tempo Vuoto non ci sei, non sei presente a te stesso,sei dimentico di te...