martedì 9 settembre 2008

sogno


Sogno: mentre parlo in un convegno, vedo accanto a me, vicino alla cattedra, un casellario postale condominiale, di quelli con le cassette disposte verticalmente. C’è sopra anche un foglio appoggiato come per distrazione. La cosa angosciosa è che ho notizia e consapevolezza che dentro le cassette sono “costrette”, per non so quale vicenda repressiva, delle persone che io conosco: la cosa non mi riguarda, ma mi coinvolge profondamente. Cosa fare, come continuare…? Da sveglio, rifletto su quanto il dolore sia legato alle costrizioni: malattie, ricoveri in ospedale, paralisi, afasie, prigioni e via enumerando fino alle… bare. Il grande Sherrington (Nobel per la medicina e fisiologia, 1932, unitamente a Lord Adrian che incontrai tanti anni fa) non a caso diceva che l’uomo non fa che muovere cose: anche quando “semplicemente” pensiamo, gli impulsi nervosi si propagano per movimenti ionici e i mediatori chimici attraversano le sinapsi… Forse per questo ci incanta il miracolo della danza

5 commenti:

monica e le dee ha detto...

caro riccardo è una idea meravigliosa..mi permette di non perdere ancora, travolta dal samsara, le cose, tante, che puoi donare...
per me è un'esperienza assolutamente nuova...verrò con te in questo viaggio...
un abbraccio e auguri per questa nuova creatura....

Riccardo ha detto...

grazie, proviamoci

Unknown ha detto...

Caro, rispondendo al Riccardo-Regista che ha voluto donarci l'immagine del casellario postale...l'Alfonso-Regista onirico l'altro ieri proponeva un qualcosa....che sento legata al tuo sogno... La scena era divisa in due zone:
da un lato un sorta di mobiletto bianco dove, d'abitudine ci sono dei bicchieri, piatti etc...e dall'altra c'eri tu, seduto in una tavola che dovevi rispondere ad una sorta di gruppo di colleghi-amici su un tema...forse metafisico...Tornando al mobiletto, c'erano due bicchieri lunghi uno leggermente piu' grande che includeva di misura l'altro.... entrambi erano sospesi all'angolo del mobiletto...ma non cadevano..."era l'uno vicino all'altro sospesi ma non cadevano"
a questo punto nell'altra sala riferendoti a me...
tu dici " e chi lo lascia riferito alla nostra amicizia, fai un gesto della mano" (intendendo che solo la morte puo' separarti da me) " io mi commuovo....Ma non è solo un sogno "personale"
il tema dell'unità e la sospensione sono cosmici...forme certo di costrizione che io vedo come amicizia, gettato nella sospensione dell'esistenza perché no, vederci un messaggio...
dove la bellezza di un attaccamento stia nel fatto che si nutra di una sospensione...

Alfonso

Riccardo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Riccardo ha detto...

Sì, la vita e i rapporti si nutrono di sospensioni, di respiri intervallati da pause. Tuttavia, ho qui un'intervista fatta a Citati sul suo atteggiamento verso gli amici scomparsi in cui dice: "Trovo intollerabile che non ci siano più. Non è dolore ciò che provo, ma un'atroce mancanza che nasce dal sapere che non potrò più parlare con loro, che alcuni momenti della vita non si ripeteranno più". Il vuoto dei distacchi, nelle morti reali o simboliche, è un vuoto intollerabile, al quale la consapevolezza dell'impermanenza non dovrebbe indurci alla rassegnazione, ma a reagire, finché possiamo, con la creatività, la narrazione...

14 ottobre 2008 15.47