martedì 12 novembre 2013

Capolavoro di "normalità"


Non eadem est aetas, non mens/L’età non è più quella, e l’animo neppure


È possibile fare della storia della vita di un uomo normale, anzi mediocre, un capolavoro? Sì, ed è quanto ha realizzato John Edward Williams col romanzo Stoner, pubblicato per la prima volta nel 1965, poi quasi dimenticato, e che ora è stato ripubblicato, suscitando un rinnovato interesse anche in Italia (ed. Fazi, 2012).
Stoner racconta la vita di un uomo tra gli anni Dieci e Cinquanta del Novecento americano, figlio di contadini, che si affranca dal destino del lavoro nei campi, si dedica con grande passione agli studi letterari e diventa docente universitario. Ha già nel suo nome qualcosa di duro e duro è il lavoro di Stoner, che conosce colleghi carnefici di cui subisce gli attacchi, come carnefice sarà la ragazza divenuta sua moglie. Stoner non assurge neppure alla grandezza del martire, sopporta le avversità con una pazienza che non è una virtù consapevole, ha una figlia che ama da bambina e che gli viene progressivamente sottratta, ha una breve e felice apertura affettiva: esperienze che, insieme allo studio, dànno senso alla sua vita. Poi si ammala, muore, ma è piuttosto come se rimanesse ucciso dal susseguirsi degli eventi avversi.
Dietro la sua vita minima c’erano delle possibilità di una vita buona e migliore, ma anche la vita buona, ostacolata e impedita, non si può realizzare che in un frammento dellesistenza. La descrizione dell’amore paterno frustrato, dei soprusi, dell’incontro appassionato con la giovane amica, della malattia e della morte è offerta in un modo realistico, con un tono sempre basso e modesto come il personaggio, e per questo affascinante. Dopo La morte di Ivan Ilic di Tolstoj non avevo letto una narrazione della morte così profonda e, a un tempo, tenera, conciliata, risolutrice come quella che ha saputo dare John Edward Williams.


2 commenti:

PanDharma ha detto...

Mia madre mi ha regalato il libro nell'originale un paio di mesi fa e contavo di leggerlo a breve. Ora, leggendone la sua recensione nel blog, penso che lo leggerò con persino maggiore gusto ed un interesse aggiunto.
Un caro saluto

Riccardo ha detto...

Bene. Mi farà piacere conoscere le tue impressioni.