venerdì 7 marzo 2014

Modi di dire#21/La carica dei seicento

Per quelli della mia generazione “la carica dei seicento” evocava un’azione eroica al di là di ogni ragionevole prudenza e alludeva all’inarrestabile risultato raggiunto da una volontà audace e determinata. In questi giorni di crisi in Ucraina e Crimea l’espressione mi è tornata alla mente perché i “seicento” a cui ci si riferiva erano i componenti di una brigata di cavalleria inglese che, nell’assedio di Sebastopoli (durante la guerra di Crimea del 1854-55, nella quale Inghilterra, Francia e Impero ottomano erano alleati contro la Russia), diede l’assalto ad alcune postazioni di artiglieria russa (battaglia di Balaklava). Incomprensioni e rivalità tra comandanti, errori nella trasmissione degli ordini, posti di osservazione incongrui ebbero come conseguenza che  una carica allo scoperto contro i cannoni avesse delle pesantissime perdite per i cavalieri inglesi della “cavalleria leggera”. In venti minuti, circa 200 furono i morti e altrettanti i feriti, ma quel che sopravvisse della brigata riuscì a raggiungere le postazioni d’artiglieria del nemico e condurre a termine la sua azione di disturbo del nemico che cercava di ritirare i suoi preziosi cannoni.
In quella guerra non andrebbe dimenticato che ci fu anche il contributo di 18000 soldati “piemontesi”, a fianco degli alleati: se ne ricorda la battaglia sul fiume Cernaia (che sfocia nella baia di Sebastopoli). In Italia vie e piazze sono dedicate a quella battaglia, ma non si sa quanti passanti ne abbiano ormai corretta memoria.
Famosa fu la versione cinematografica della battaglia di Balaklava, firmata dal regista Michael Curtiz e interpretata da Errol Flynn e Olivia de Havilland, The Charge of the Light Brigade, nota da noi col titolo La carica dei seicento.  E anche il film ebbe le sue vittime, poiché, durante le riprese, morirono numerosi cavalli e una comparsa.

Questa la storia, ma forse oggi La carica dei 101 di Walt Disney ha oscurato, per i più giovani, quella dei “seicento”!

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