martedì 27 dicembre 2011

Schermaglie#21/Storia d'amore


Francesco (Citto) Maselli, il più “impegnato” tra i registi del dopoguerra sia nella vita che nelle opere, nel 1986 tornava al cinema dopo dieci anni di attività politica con Storia d’amore, film che origina da una indagine sindacale sui giovani delle periferie. Per alcuni il suo film “migliore”, Storia d’amore parla di Bruna, una ragazza  di borgata, di cui Maselli racconta il lavoro e gli amori, tentando di recuperare tematica e iconografia del neorealismo, anche se ormai in chiave di fiaba popolare (i poveri che hanno buoni sentimenti, sono sinceri e solidali). Il personaggio è descritto con delicata simpatia e la psicologia ora prevale sulla tematica sociale, tanto che, alla fine, Bruna morirà non di conflitti di classe, ma per l’emarginazione affettiva che i due ragazzi che ama le fanno vivere: un tema da sessuologi, quello che vede i maschi nella loro complicità relazionale (omosessuale?), l’unica che sentono veramente, mentre le donne, che restano a guardare, talora, letteralmente o metaforicamente, ne muoiono.

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