venerdì 4 novembre 2011

Roma barocca#14/S. Girolamo della carità

Nella piccola (e quasi mai aperta) chiesa di S. Girolamo della carità (costruita sull’area della casa di una matrona romana di nome Paola, dove nel 382 S. Girolamo sarebbe vissuto, realizzandovi anche una sua ecclesia domestica; la chiesa passò poi all’Arciconfraternita della carità e fu legata nel Cinquecento all’opera di S. Filippo Neri), sita in quella via di Monserrato che è tra le più tipiche e affascinanti della “vecchia Roma”, c’è una cappella (a dx entrando), opera tarda di Borromini (attribuzione da alcuni contestata, anche se vien da dire che si tratta di un’opera che più borrominiana non si può), a lui commissionata dall’oratoriano Virgilio Spada nel 1654 (si ricordi la vicina  “prospettiva” di Palazzo Spada, altro capolavoro sempre di Borromini). La cappella è un tripudio di intarsi marmorei policromi imitanti una tappezzeria, bassorilievi, iscrizioni commemorative di membri della famiglia e, alle pareti, le tombe di Bernardino Lorenzo Spada (opera di E. Ferrata) e di Giovanni Spada (di C. Fancelli).
Ma l’elemento più originale è la balaustra a drappo in diaspro sanguigno sorretta da due angeli inginocchiati (opera di A. Giorgetti). Così ne parla, tra l’ammirato e l’ironico, Marco Lodoli, scrittore di talento, esperto in labirinti romani: «Per i defunti della famiglia Spada, Borromini ha immaginato uno straordinario negozietto di stoffe eterne: un campionario infinito di marmi policromi che fanno pensare a un aldilà gestito da un tappezziere allegro, a un olremondo di sete e tappeti primaverili sui quali rigirarsi e far capriole senza pesi addosso. La morte vista da qui non è più una porta angosciosa da superare pregando e tremando, ma una tenda leggera e colorata oltre la quale sbirciare la vita che verrà. E davanti alla cappella c’è la più bizzarra balaustra che si sia mai vista: niente austere colonnine, nessun gelido pianale su cui poggiare i gomiti implorando il perdono per i mille peccati, ma due angeli simpatici — evidentemente i commessi del negozio — che distendono fra loro lo scampolo di una delicata stoffa marmorea a righe rosse, un drappo che sembra il sontuoso nastro d’arrivo di una esistenza fortunata». 
IMPERDIBILE!






(foto RV)





1 commento:

PanDharma ha detto...

Mi piaceva l'idea di poter andare a visitare tali meraviglie magari insieme, come un gruppo di peripatetici, arricchendo la gita e la visita con una serie di considerazioni. Una mia fantasia da cui lancio la proposta, ma non nascondo la mano.
Carissimi saluti