sabato 10 luglio 2010

Modi di dire#7/Nostalgia

Nostalgia, da nòstos ritorno al paese e algìa dolore, designa il desiderio di tornare in patria, di rivivere situazioni trascorse, di rivedere i luoghi dell’infanzia e le persone lontane o scomparse. Vissuto, dunque, di perdita e di mancanza, desiderio di invertire il corso del tempo...

Per questo si può parlare anche di nostalgia del futuro come di una nostalgia del possibile, di ciò che non si è realizzato («Non amo che le rose che non colsi. Non amo che le cose che potevano essere e non sono state...»,
 G. Gozzano).

Infine, ancora più sottile, si può avere la nostalgia di quel che si vive al presente, per la sua impermanenza e fugacità. È quanto designa l’espressione mono-no awa-re in riferimento alla sensibilità e all’estetismo giapponese. Come scrive I. Morris, profondo conoscitore di quella cultura, con essa si vuole «esprimere il pathos insito nella bellezza del mondo esterno, bellezza ineluttabilmente destinata a svanire insieme con chi la osserva […]. Lo spettatore sensibile si commuove fino alle lacrime di fronte alla bellezza della natura o al suo materializzarsi nell’arte […], non solo perché ne subisce tutto l’impeto, ma perché essa gli fa prender più che mai coscienza della natura effimera di ogni cosa vivente». Benché l’espressione sia difficilmente traducibile, si è spesso proposta una analogia con l’espressione latina «sunt lacrimæ rerum et mentem mortalia tangunt [ci sono lacrime sulle vicende umane e le cose caduche toccano l’animo», Virgilio, En, I, 462].

La scrittura adopera caratteri che esprimono, a sn, oggetto in senso lato (o oggetto sacrificale); a dx, una veste che copre la bocca, cui corrispone il suono AI, I, cioè lamento.

物の哀れ

1 commento:

Unknown ha detto...

Professore, ogni volta mi stupisco di come sento e capisco profondamente i suoi post, pur non conoscendo molti dei suoi riferimenti.
La nostalgia (soprattutto quella del futuro) mi accompagna quotidianamente. La difficoltà di questa mia convivenza risiede nel saper gestire l'equilibrio tra il pathos e il lamento.
Grazie e un abbraccio.