martedì 21 luglio 2009

Curanderos, buddhisti inconsapevoli?

Molti europei, ogni anno, si recano in Perù per un “viaggio” all’interno della propria mente/anima sotto la guida di sciamani/guaritori. Viene loro somministrata una bevanda, detta “Ayahuasca” (o liana amara), che si compone di estratti di piante, principalmente da una liana del genere Banisteriopsis e da altre foglie. Questa miscela è stata ed è studiata dal punto di vista farmacologico, ma quel che ho trovato più interessante è che alle due componenti vengano attribuiti effetti, a una, se posso riassumere, di “energia” e, all’altra, di “visione”. Dice uno sciamano, intervistato: la prima da sola non serve a niente e la seconda da sola non fa “vedere” nulla, per cui occorre miscelarle. Come non pensare all’unione di shamatha e vipashyana, secondo gli insegnamenti spirituali dell’Onorato dal mondo?

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