venerdì 6 febbraio 2009

Gioco ermeneutico#1/Hemingway

Tra i Quarantanove racconti di E. Hemingway è compreso quello intitolato Gatto sotto la pioggia: un racconto che qualcuno ha detto “il miglior racconto del mondo” e che lo scrittore catalano Enrique Villa-Matas usa come pretesto per costruire gran parte della storia del libro Parigi non finisce mai. Villa-Matas gioca e fruga tra le allusioni e i sottintesi di Hemingway per cercare di capire quale possa essere il senso segreto del racconto, senza trovarlo, e su cui interroga i lettori. 
In breve, il racconto narra di una  coppia di giovani americani in viaggio per l’Italia. Fermi in albergo in una giornata piovosa, lei vede dalla finestra un gatto che cerca di schivare la pioggia. Decide di andarlo a prendere mentre il marito continua a leggere sdraiato sul letto. Ma il gatto non si trova più; di ritorno, la sposina tenta di avviare una conversazione frivola e capricciosa col marito, che continua a leggere. Poi bussano alla porta ed è la cameriera che regge in braccio un grosso gatto di maiolica. “Scusate — disse — il padrone mi ha detto di portar questo alla signora”.
Leggete e provate a interpretare: è gioco in cui nessuno perde.

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