Alain Resnais, l’indimenticabile regista di Hiroshima mon amour, L’anno scorso a Marienbad e Mio zio d’America, che ci ha lasciati
nel marzo scorso, ha concluso la sua opera cinematografica col film Aimer, boire et chanter [Amare, bere e
cantare], girato a 91 anni, dando una prova di inarrestabile energia e
creatività.
Giocando ancora una volta sul doppio piano di recita
teatrale e vita ordinaria (ma quale delle due è più reale?), ci presenta la
storia di tre coppie (interpreti alcuni dei suoi attori preferiti), con le tre
donne tutte affascinate-dal e legate-a un comune amico, George, seducente attore
col quale vantano vicinanza, intimità, complicità. Lui non compare mai nel film
e ci viene detto essere gravemente ammalato (tutti spunti autobiografici): un
invito a trascorrere una breve vacanza, rivolto a ciascuna delle tre scatena
gelosie e, soprattutto, accende nei mariti-compagni, quello che Girard chiamava
“desiderio mimetico”, per cui si “ri-accorgono” delle loro compagne alle quali
dichiarano il loro rinnovato amore. Nessuna andrà in vacanza con l’attore, che
sarà invece inaspettatamente accompagnato dalla giovane figlia di una delle
coppie.
Tutto finisce “bene”, con un funerale di conciliazione generale: l’ultima donna conquistata da George forse allude all’idea che il fascino non passa con gli anni e oltrepassa la morte, come quello di Alain Resnais, fino alla fine pronto ad amare, bere, cantare.
Tutto finisce “bene”, con un funerale di conciliazione generale: l’ultima donna conquistata da George forse allude all’idea che il fascino non passa con gli anni e oltrepassa la morte, come quello di Alain Resnais, fino alla fine pronto ad amare, bere, cantare.
1 commento:
Buon Natale! Grazie per la pienezza: delle riflessioni, dei commenti, dei suggerimenti, dei rimandi e dei riferimenti e tanto altro. Ho comperato Bijou di Modiano che leggerò quanto prima. Mi faccio un appunto anche per questo film. Un abbraccio e a presto...a questo punto, come si dice, all'anno prossimo :-)
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