giovedì 12 dicembre 2013

Quel palazzo dice...#1/via Chiana

Non eadem est aetas, non mens/L’età non è più quella, e l’animo neppure

Protetti all’interno di spazi verdi o affacciati direttamente sulla via, gli edifici spesso non si accontentano di presentarsi con la loro semplice presenza volumetrica, ma si arricchiscono di decorazioni, figure umane (cariatidi di vario tipo, ma più spesso femminili), animali, messaggi scritti. Con questi, collocati in cornicioni, lapidi, nicchie, il costruttore o il proprietario cercano di comunicare al futuro abitante o a chi osserva la casa dal di fuori un messaggio esortativo, un ammonimento, un ricordo di avvenimenti passati.
Tutto ciò accedeva prevalentemente in passato e in particolare nell’edilizia di fine Ottocento o inizi del Novecento, nella fioritura Liberty, ma non bisogna dimenticare che, nei regimi totalitari, gli edifici erano e sono ancora, utilizzati come “sostegni” di parole d’ordine, messaggi del Capo, ordini di marcia o, nei paesi capitalistici, di messaggi pubblicitari. Oggi, col vetro-alluminio “pulito”, impenetrabile, a specchio, non disposto a rivelare lo spirito interno (inesistente? smarrito?) dell’edificio, i messaggi che ci invitavano ad avere un tempo meno affrettato e più riflessivo, non sembrano più compatibili: leggendoli, si realizza, infatti, un momento di pausa nell’andare, nei rari casi in cui ormai si cammina a piedi, spesso distratto e trascurato. Cominciamo, dunque, a dare loro un po’ più di attenzione, partendo dai più vicini, poi chissà...
°°°

Adatta per iniziare è l’iscrizione che troviamo nel palazzo di via Chiana (fiume dell’omonima valle toscana), angolo via Reno (fiume dell’Emilia-Romagna), che reca la più semplice, ma non la più facile da praticare, dichiarazione di accogliente disponibilità: Ianua sinceris numquan claudor amicis/Mai chiuderò la porta agli amici sinceri, che ci rinvia anche al titolo dell’ultimo libro di papa Bergoglio, La mia porta è sempre aperta.


(foto RV)

Nessun commento: