Una poesia che ci
ricorda come guardare, dal punto di vista dell’ichinen sanzen, le cose e le
persone che ci sono vicine
PER
TE
Tu: roccia, gas, nebbia, mente,
mesoni viaggianti tra le galassie alla velocità della luce, tu sei venuta qui,
mia amata, e i tuoi occhi neri risplendono, così belli e profondi.
Hai seguito il cammino tracciato per
te da ciò che non ha inizio e non ha fine. Mi fai capire che sulla tua strada
hai attraversato milioni di nascite e morti; innumerevoli volte sei stata
trasformata nelle tempeste di fuoco del cosmo; hai usato il tuo corpo per
misurare l’età di montagne e di fiumi.
Ti sei manifestata come alberi,
erba, farfalle, cellule e crisantemi, ma gli occhi con cui mi guardi questa
mattina mi dicono che tu non sei mai morta. Il tuo sorriso m’invita al gioco di
cui nessuno conosce l’inizio, il gioco del nascondere e del cercare.
(Tich
Nhat Hanh, Il vecchio mendicante, tr.
it., con modifiche, di R. V.)
1 commento:
Grazie per tutte le belle e profonde riflessioni che condivide e ci comunica!
Un abbraccio
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