L’interrogativo ha i suoi anni e in filosofia ha il nome pomposo di “cominciamento” (débout, beginning...), sul quale anche Hegel si era soffermato vedendone l’aspetto relativo: ciò che, per un verso, è inizio, può considerarsi risultato, da un altro. Poiché non ha risposta, il micidiale interrogativo si ripropone continuamente e compare in tante vesti, a delizia degli insonni: in teologia (prima la fede o la ragione?), nell’opera lirica (prima le parole o la musica?), in pedagogia (educare gli adulti o i bambini), in biologia (prima l’uovo o la gallina?)... Oggi, da questo furgone mi assale ancora: bufala o (via della) Bufalotta?
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