Negli
ultimi anni sono stati prodotti alcuni interessanti film di argomento religioso, che meritano di essere
ricordati e visti come segno di una nuova attenzione del grande schermo al tema
del sacro.
Non
si può non cominciare con La passione di Cristo di Mel Gibson (2004), che nei suoi spesso criticati eccessi offre tuttavia una efficacissima rappresentazione archetipica di tutti i martìri.
Dopo il poco persuasivo Luther di Joseph Fiennes (2004), ricordiamo Il
grande silenzio di Philip Gröningen (2006), che ci porta per 162 min nel
silenzio della grande certosa di Grenoble e ci offre l’occasione di una
partecipazione alla giornata dei monaci e di una riflessione sul significato della
loro scelta di vita.
Sempre
del 2006 è Fragments sur la grâce, prezioso film di
Vincent Dieutre, che è riuscito a portare sullo schermo (sembra di essere
tornati al cinema didattico di Rossellini), attraverso appunto una serie di "frammenti", il dibattito sul tema della grazia e
della predestinazione, riattualizzando le argomentazioni di Pelagio, Agostino,
dei giansenisti e seguendo le vicende di Port-Royal-des-Chaps e de Paris, che dalle
esigenze di rigore spirituale iniziali si chiudono negli spasmi sanguinosi della
fine, con condanne, distruzioni, violenze. L’autore si porta sui luoghi dove
l’avventura si è consumata, insegue rovine, cerca ciò che è sopravvissuto e soprattutto si interroga, offre musiche
dell’epoca e letture di testi impreziosite dall’antica pronuncia. (A Parigi, gli
interessati possono oggi almeno avvicinarsi ai luoghi di questa storia
affascinante, al 123, bd de Port-Royal, dov’è ciò che rimane dell’antica
abbazia, di difficile visita perché attualmente inserito nelle Maternités
Baudelocques e Port-Royal e con locali in parte occupati dalla direzione
dell’Ospedale. Vicino, lo stesso “interessato” potrà visitare l'ex-monastero della Val-de-grâce con l'annessa chiesa, fondato da Anna d’Austria — anche lei legata al fervore religioso del tempo e madre del
futuro Luigi XIV. La chiesa fu elevata dalla regina in esecuzione del voto fatto nella lunga attesa della nascita
del figlio e appunto dedicata “A Gesù nascente e alla vergine Madre”. Lì, nel reliquiario, fu sepolto il suo cuore, poi disperso con le devastazioni rivoluzionarie. Oggi il
convento è sede dell’Ospedale e Scuola di medicina militare).
Assolutamente
da non perdere è Uomini
di Dio [Des
hommes et des dieux] del 2010, diretto da Xavier Beauvois sulla straziante
storia realmente avvenuta dei sette monaci cistercensi del monastero di
Thiberine, in Ageria, sgozzati nel 1996: una ricostruzione coinvolgente,
esemplare per regìa e recitazione.
Del
Cammino per Santiago, film di Emilio Estevez (2010), ho già detto nel post del 5
dic. 2012.
Infine,
agli entusiasti del pauperismo di papa Francesco raccomanderei due film venuti
dall’Est europeo, che ci mostrano la disgrazia di una chiesa povera (Deng
Xiaoping aveva detto che il socialismo non è povertà, ma qualcuno, invece, è
sicuro che la povertà fa tanto bene allo spirito?). Si tratta del russo L’isola [Ostrov], di Pavel Lunguine (2006; sull’ossessione del peccato e la ricerca
della redenzione lunga una vita; dal vivo ascoltiamo la preghiera dei padri antichi, degli starez, del Monte Athos) e del franco-rumeno di C. Mungiu, Oltre le colline (2012; storia di violenza religiosa in un
micidiale intreccio di dimensioni psicologiche, sessuali e spirituali, che
sembra riattualizzare la storia dei diavoli di Loudun nella Francia negli anni
intorno al 1630).
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