Marcel Pagnol (1895-1974) fu scrittore, drammaturgo e regista cinematografico francese, originario della Provenza nella quale passò l’infanzia e l’adolescenza e della quale serberà un perenne ricordo, facendola rivivere nei suoi scritti e nei suoi film. Antifascista al tempo dell’occupazione tedesca, fu eletto menbro dell’Académie française nel 1946.
Autore nel 1928 della famosa commedia satirica Topaze, poi film con un grande Fernandel, Pagnol fu maestro del teatro filmato e delle trasposizioni di opere letterarie che non sono mere riduzioni (i quasi sempre famigerati sceneggiati/scemeggiati!), ma vere reinterpretazioni basate su originali sceneggiature. Tra queste vanno ricordate La moglie del fornaio (La femme di boulanger), da Giono, e quattro racconti dalle Lettres de mon moulin, da Daudet (traduzione italiana del testo in vecchia edizione BUR ormai irreperibile), entrambi autori provenzali.
Alphonse Daudet (1840-98), fu autore di romanzi e novelle, tra le quali le Lettres de mon moulin (1870), che l’autore immagina di scrivere in un vecchio mulino a vento. Contemporaneo dell’altro grande autore di racconti che fu Guy de Maupassant, come questo fu un po’ oscurato dall’ombra dei tre mostri sacri Balzac-Flaubert-Zola, così Daudet fu distanziato dalla ben più prolifica e variegata narrativa di Maupassant. Ma se Maupassant è stato considerato l’uomo più deluso e amareggiato del mondo, Daudet nelle Lettres rappresenta con garbo e simpatia, nella nostalgia assolata della sua Provenza, un mondo modesto di personaggi goffi e ingenui, ma in fondo privi di cattiveria e grettezza, ai quali peccati di gola, ostinazioni e chiusure sono tutti perdonati con ironia bonaria.
E così, soggettivamente, i fantasmi delle Lettres che, dai tempi del mio ginnasio (sì da allora!) mi chiedevano di riparare l’offesa di disattenzione nei loro confronti, credo siano stati, grazie a Pagnol, soddisfatti e placati, e possano tornare in pace nella loro Provenza…
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