L’inverno ha in Poussin (v. post Equinozio d'autunno, 23 settembre 2011 e Solstizio d'estate, 21 giugno 2011) una rappresentazione, con la molteplicità di piani di un grigio plumbeo e il suo effetto arazzo (dovuto al tremore causato dalla malattia dell’A.), di carattere catastrofico: quella di un’alluvione nella quale le varie figure, travolte da acque nemiche, cercano disperatamente una via di scampo. Inverno simbolo del declino, della fine della vita e dei vari naufragi umani.
Come quasi sempre, Poussin rende possibile una lettura teologica del quadro, lettura che consente di inserire l’evento particolare nella storia della Redenzione: la storia individule diviene così momento della storia del mondo e la storia della natura storia della salvezza. L’alluvione è il Diluvio biblico, il pentimento di Dio per la creazione, un giudizio con molte vittime (in primo piano), ma anche con un’Arca (si intravede nella nebbia), luogo di salvezza di una vita che si rinnoverà. Il serpente, ben evidente sulla sinistra del quadro, rappresentazione di Plutone, dio degli inferi, è anche allusione al cambiamento e a misteriose e sperate possibilità di ripresa…
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