Hôtel de Marles, una delle dimore più antiche del Marais (11, rue Payenne); appartenne a Hector de Marle ed è ora sede del Centre culturel suédois. Accoglie il visitatore col sorriso malizioso della cariatide-mascherone sul muro di delimitazione.
Blog: un’occasione per parlare di sé ma non per sé, un tentativo di arginare lo spreco di esperienze, pensieri, emozioni, offrendone qualche frammento e fidando sul potenziale di universalità che è in ognuno; per riannodare fili, stabilire legami; come mani, parole tese verso…
domenica 27 giugno 2010
Schermaglie#14/Three Times
giovedì 24 giugno 2010
21 giugno, solstizio d'estate
夏
estate: giap. KA, natsu; cin. Hsia
il carattere rappresenta un uomo che si aggira con le mani incrociate come il contadino in estate, perché ormai il lavoro è finito e le messi crescono per loro conto
giovedì 10 giugno 2010
Incesti col passato?
Quando pensiamo a vecchi amici che non sentiamo più da tempo, quando ricompare l’immagine ormai sbiadita di qualche amore lontano, quando torna il ricordo di persone che pur hanno avuto un certo peso nella nostra vita e delle quali non sappiamo più nulla, il primo impulso è di ricercarli, riannodare fili, raccontare... Ma poi sorge il dubbio sulla opportunità di lacerare il velo dell’oblio e sul voler rianimare quel che la memoria ha consegnato a un passato che diviene remoto perché senza ritorni. Che significato possono avere per me, oggi, quelli/e che avevano tanta importanza un tempo? Non è crudele esporre all’insignificanza di ora il valore di allora?
Scrive Stendhal (Vita di Henry Brulard) in argomento: «Vedo con chiarezza la verità sulla maggior parte di queste cose solo scrivendole nel 1835, tanto esse sono state avvolte finora nell’aureola della giovinezza, prodotta dall’estrema vivacità delle sensazioni. [E riguardo agli amici di gioventù] mi accorgo che quelle che prendevo per alte montagne nel 1800, non erano per la maggior parte che monticelli di talpe». Dunque lasciamo lì, pur con tutta la sofferenza che comporta, il ricordo di “come eravamo” e di “come erano”, senza esporre il profumo del passato al rischio di evaporare nel presente.
Il film di Louis Malle, Fatale [in it. Il danno], si chiude sul protagonista che, rivedendo per caso, dopo molto tempo, la ragazza “strumento del destino”, che aveva stravolto la vita sua e del figlio, osserva ormai disincantato: «Era una persona normale...». Nell’Éducation sentimentale, Flaubert analizza con crudele lucidità il vissuto di Fréderic nell’incontro finale con la signora Arnoux: «Gli venne il sospetto che la signora Arnoux fosse venuta per offrirsi; e si sentì invadere nuovamente da un desiderio più forte che mai, un desiderio impetuoso, scatenato. Al tempo stesso avvertiva qualcosa di inesprimibile, una repulsione, quasi il terrore di un incesto. A trattenerlo però fu un altro timore, quello di provarne, in seguito, disgusto. E poi in che situazione imbarazzante si sarebbe trovato! Così, un po’ per prudenza, un po’ per non degradare il proprio ideale, le voltò le spalle e si mise ad arrotolarsi una sigaretta. […] Né l’uno né l’altra trovavano più niente da dirsi. C’è un momento, nelle separazioni, in cui la persona amata non è già più con noi».
Terrore di incesto col passato, protezione della memoria, gentilezza amorevole verso chi ha incrociato il nostro percorso aprendoci prospettive, consentito sogni, costruito ideali per noi: evitiamo la cupidigia, abbandoniamo l'idea di avere tutto ancora qui, lasciamo andare chi si è allontanato, ricordiamo che ci sono fili che, anche se sono diventati sottili, non hanno perso la loro funzione e il loro potere.