Nell’ultimo capitolo di L’arte di amare Fromm cerca di offrire alcune indicazioni sulla “pratica” ovvero su quali possano essere considerate le precondizioni di questa pratica, la condizione essenziale rimanendo che per imparare un’arte occorre la pratica stessa. “La pratica di qualsiasi arte”, egli osserva, “ha certe particolari esigenze, sia che si riferisca all’arte del carpentiere, della medicina o dell’arte di amare” e trova che qualsiasi arte richiede disciplina, concentrazione e pazienza. Su quest'ultima, in particolare, scrive: "Chiunque abbia mai provato a imparare un’arte sa che la pazienza è necessaria se si vuole arrivare. Se si vogliono raggiungere risultati rapidi non s’imparerà mai un’arte. Eppure, per l’uomo moderno, la pazienza è altrettanto difficile da praticare quanto la disciplina e la concentrazione […] L’uomo moderno crede di perdere qualcosa — il tempo — quando non fa le cose in fretta; eppure non sa che cosa fare del tempo che guadagna, tranne che ammazzarlo”. Dunque, anche l’amore richiede che si sappia attendere, si sappia aspettare il momento giusto. Vorrei commentare dicendo che il Tempo è Dio, la velocità è l’efficienza, l’impazienza Satana.
Blog: un’occasione per parlare di sé ma non per sé, un tentativo di arginare lo spreco di esperienze, pensieri, emozioni, offrendone qualche frammento e fidando sul potenziale di universalità che è in ognuno; per riannodare fili, stabilire legami; come mani, parole tese verso…
giovedì 5 febbraio 2009
Sulla pazienza#4/Fromm e L’arte di amare
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