Siamo nell’anno paolino, bimillenario della nascita di San Paolo. La liturgia di oggi, 18 01 09, offre un passo della I Lettera ai Corinzi sul quale proviamo soffermarci: “O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1 Cor 6, 19-20).
Provo a interpretare (dal punto di vista del buddhismo Tendai): siamo un corpo e il corpo, tra le sue funzioni, ha quella, suprema, di sostenere la coscienza e la vita spirituale; funzione, non struttura (verbo e non sostantivo), non una cosa dentro un’altra. Il corpo, la coscienza, noi, non apparteniamo a noi stessi: veniamo dal Lontano, dal Mistero, da Dio (?); come dice Fedra, nella tragedia di Racine: “Viene da più lontano il male mio”; anche il dolore, dunque, viene da lontano, lo “ospitiamo”, ma non possiamo dire che ci appartenga totalmente.
Siamo stati “comprati a caro prezzo”: a prezzo di sofferenze, ingiustizie, martìri di tutti gli esseri senzienti che coi loro corpi o le loro opere hanno sostenuto/sostengono la nostra vita e i nostri privilegi.
Glorificare Dio nel corpo equivale a vivere l’Assoluto nella forma, l’Infinito nel frammento, lo Spirito nel corpo, perché il Nirvana coincide col samsara. E quel tanto che abbiamo ricevuto del dono dell’illuminazione sta a noi magnificarlo e “restituirlo”, rischiarando frammenti del mondo, consapevoli che “l’unico significato dell’esistenza umana è di accendere una luce nelle tenebre del puro essere” (Jung): i “meriti” sono i nostri compiti e le nostre mete. M. Barbery, nel noto romanzo L’eleganza del riccio, scrive: “I favori della sorte hanno un prezzo. Per chi beneficia dell’indulgenza della vita, l’obbligo del rigore nella considerazione della bellezza non è negoziabile”. Il prezzo crea un debito, il debito la restituzione, che dà alla compassione non un significato buonistico, ma quello di amplificazione e di “restituzione” dei benefici ricevuti ai sofferenti, ai meno fortunati, a coloro che attendono...
Nessun commento:
Posta un commento