domenica 19 aprile 2009

Attenzione e magia

(per Stefano C.) Illusionisti, medium, borseggiatori realizzano i loro scopi sfruttando i limiti cognitivi e attentivi dei soggetti in differenti contesti. La psicologia applicata si è da sempre interessata alla conoscenza di tali limiti negli ambiti ergonomici (per determinare quali siano i carichi attentivi sopportabili da un pilota o da un operatore di macchinari che richiedono particolare destrezza, etc.), didattici (l’attenzione degli scolari), di pubblica sicurezza, etc. Oggi tale interesse si è esteso, si è dotato di strumenti messi a disposizione dalle neuroscienze (imaging cerebrale, etc.) e si stanno utilizzando i trucchi degli illusionisti nello studio della coscienza e dei processi cognitivi in genere: ne riferiscono su Nature reviews (www.nature.com/reviews november 2008) e su Le Scienze (marzo 2009) alcuni degli sperimentatori impegnati in questo campo. Al di là di una certa soddisfazione per il lavoro di demistificazione che traspare da queste ricerche, l’interesse per questi risultati è indubbio. Tuttavia, direi che quel che viene maggiormente in luce è proprio la demistificazione dell’idea o dell’illusione che la nostra mente (o, per chi vuole, la nostra anima) abbia poteri illimitati o magici: ne risulta che alla conoscenza dei nostri limiti cognitivi, sensoriali, attentivi debba essere attribuita la stessa importanza e lo stesso valore di quella che ha avuto nella fisiologia del lavoro o dello sport lo studio dei limiti del sistema neuromuscolare, ma con una più profonda consapevolezza dei nostri confini e dei pericoli della hýbris. Più informati sulle nostre limitate possibilità, gli psicologi sarebbe poi auspicabile si dedicassero alle modalità di utilizzazione ottimale e creativa dei “mezzi” che abbiamo a disposizione e all’influenza che questi esercitano nelle nostre interazioni con l’ambiente, interessandosi maggiormente ai processi creativi, ai loro contesti culturali, ai processi immaginativi e simbolici...: il nostro udito è limitato alla banda di frequenze udibili e la vista a quella delle visibili, ma in questi limiti sono comparsi Mozart e Brahms, Giotto e Van Gogh, e, con un alfabeto di una ventina di lettere, sono state scritte la Divina Commedia e la Ricerca del tempo perduto...: la psicologia potrebbe avere molte cose da approfondire!

1 commento:

La Dimensione ha detto...

Ottima osservazione.